Arin Mirkan

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Arin Mirkan
Memoriale a Hassaké in omaggio ad Arin Mirkan.
NascitaAfrin, 1992/1994
MorteKobanê, 5 ottobre 2014
Cause della morteCombattimento
Etniacurda
Dati militari
Paese servito Comitato Supremo Curdo
Forza armata Unità di Protezione delle Donne
GradoGenerale di brigata
GuerreGuerra civile siriana
BattaglieAssedio di Kobanê
Comandante di Unità di Protezione delle Donne
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Arin Mirkan, pseudonimo di Dîlar Gencxemîs[1] o Deilar Genj Khamis[2] (Afrin, 1992[2] o 1994[1]Kobane, 5 ottobre 2014), è stata una generale curda, comandante dell'Unità di Protezione delle Donne (YPJ), morta durante un combattimento con l'ISIS[3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si hanno scarse informazioni sulla sua vita prima della guerra civile siriana. Durante l'Assedio di Kobanê prese parte alla difesa della città e combatté sulla collina di Mishtanour insieme a Rojda Felat, che in seguito divenne comandante generale del YPJ.[4] A Mishtanour Hill, Mirkan fece irruzione in una roccaforte dell'ISIS, lanciando una granata sotto un carro armato, rimanendo uccisa insieme con numerosi combattenti dell'ISIS.[4] Tale avvenimento è stato il primo caso noto di una combattente curda che ha effettuato un attacco suicida.[5]

Arin Mirkan – un nome di battaglia che richiama la località in cui nacque, Mirkan, vicino ad Afrin[2] – al momento della morte aveva forse 22[6] o 20 anni[1] e due figli. Haj Mansour, ufficiale della difesa curda a Kobanê, riferì che i combattenti curdi erano stati costretti a ritirarsi da una collina strategica a sud di Kobanê. Mirkan era rimasta indietro, attaccando i militanti dell'ISIS mentre la circondavano. Alla fine si sarebbe fatta esplodere con esplosivi attaccati al suo corpo, uccidendo 10 combattenti nemici.[2]

Rami Abdurrahman, fondatore e direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, ha riferito al giornale "The Independent" di “non poter confermare l'esatto numero" di miliziani ISIS rimasti uccisi nell'attacco della Mirkan, ma che era stato riportato un totale di 27 miliziani uccisi negli scontri di quella domenica.[7]

Omaggi[modifica | modifica wikitesto]

  • A Kobanê è stata eretta una statua in ricordo di Arin Mirkan.[8]
  • Andrew Webb-Mitchell ha composto un Concerto per violino col suo nome.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) In praise of Arin Mirkan | Brendan O’Neill, su spiked-online.com. URL consultato il 10 settembre 2017.
  2. ^ a b c d (EN) The Associated Press, Defeating the Islamic State Group: The Battle for Kobani, Mango Media Inc., 30 marzo 2015, ISBN 978-1-63353-172-7.
  3. ^ (EN) forestbather, To Arin Mirkan, su medium.com, From my Forest, 6 ottobre 2014. URL consultato il 10 settembre 2017.
  4. ^ a b (EN) Luke Mogelson, Dark Victory in Raqqa, The New Yorker, 30 ottobre 2017, ISSN 0028-792X (WC · ACNP). URL consultato il 22 gennaio 2018.
  5. ^ (EN) Lydia Smith, Kurdish Female Fighters: The History of Women on the Frontline, International Business Times UK, 7 ottobre 2014. URL consultato il 10 settembre 2017.
  6. ^ (EN) Amed Dicle, In memory of Arin Mirkan.... URL consultato il 10 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2017).
  7. ^ (EN) Female Kurdish fighter kills herself while capturing town, killing 27 Isis militants, The Independent, 6 ottobre 2014. URL consultato il 10 settembre 2017.
  8. ^ (EN) Deutsche Welle, Kobani, a city reborn after 'Islamic State' expulsion | DW | 18.10.2017, su dw.com. URL consultato l'11 marzo 2019.
  9. ^ maestrohartung, Webb-Mitchell Violin Concerto ‘Arin Mirkan‘: Liza Basoff • Volker Hartung • Cologne New Philharmonic, su youtube.com, 21 maggio 2018. URL consultato l'11 marzo 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]